Museo Civico Archeologico
 
 

Il nuovo Museo Civico occupa parte del pianterreno di Villa Adele, costruzione con nucleo seicentesco, voluta dai Pamphily ed ampliata tra il '700 ed i primi del '900 dai successivi proprietari. Attualmente, la villa e l'annesso giardino sono di proprietà comunale. Il pianterreno ospita, oltre al Museo, una grande sala polifunzionale ed il
"Museo dello Sbarco", con esposizione di oggetti e documenti che descrivono gli eventi bellici del 1944. Al secondo piano dell'edificio è posta la Biblioteca Comunale. Il Museo illustra la nascita e lo sviluppo dell'antica Antium, con approfondimenti relativi ad alcuni aspetti peculiari della città in età antica, quali le ville, il porto, la marineria. I materiali esposti provengono sia da recuperi che da recenti scavi archeologici. Il percorso è scandito da totem informativi, dove sono riportati passi di autori antichi, corredati da un commento che illustra gli eventi più significativi della storia della città.
SALA I
Il primitivo insediamento di Antium sorge sul pianoro delle Vignacce, in posizione ben difendibile, a controllo dell'unico punto rilevato della costa laziale tra il Tevere ed il Circeo. Vetrina 1: materiali dalle necropoli di Anzio, IX-VIII sec. a.C.
La città, fondata dai Latini, è conquistata dai Volsci all'inizio del V sec. a.C. e diventa la più importante base volsca contro Roma. Dopo alterne vicende, Anzio viene definitivamente sottomessa dai Romani nel 335 a.C.. Vetrina 2: materiale di età medio repubblicana, IV-III se. a.C.
SALA II
Nella tarda età repubblicana, Anzio diventa un rinomato luogo di villeggiatura dei notabili romani e la città si espande verso il mare (II-I se. a.C.). Nel I sec. d.C.vengono costruiti il porto e la prima fase monumentale della villa imperiale. Nella foto aerea i punti di interesse archeologico della città. Vetrina 3: materiali di età imperiale, I-III sec. d.C..
SALA III-IV
Come per le altre città romane, ricaviamo informazioni degli antichi e sulle attività produttive dai materiali archeologici, i frammenti di urne e di sarcofagi documentano i riti funerari. Vetrina 4 e 5: materiali relativi alle più comuni attività artigianali (I-III sec. d.C.)
SALA V
Il monumento più importante della città è il porto neroniano, di cui è visibile il plastico ricostruttivo. Nella sala sono esposti materiali rinvenuti nel corso di recuperi e scavi archeologici sottomarini.
SALA VI
La villa dei Cesari è stato il fulcro dell'attività cittadina nel corso dell'età imperiale. Diverse iscrizioni ricordano addetti e soldati al servizio dell'imperatore. Altre ricche residenze costellavano la costa fino a Torre Astura. Il tenore di queste ville è testimoniato dai frammenti marmorei esposti, provenienti anche da scavi subacquei, e da parte di un ciclo decorativo parietale, dipinto su intonaco, rinvenuto nell'area della villa imperiale (I-III sec. d.C.).
SALA VII-VIII
In età tardo antica, la decadenza della villa imperiale e il ridimensionamento dei traffici commerciali causano il progressivo declino della città. Dopo secoli di abbandono, la costruzìone, tra '600 e '700, delle vilee Pamphily, Corsini, Costaguti ed Albani e del nuovo porto Innocenziano segnano la rinascita della città.

La Fanciulla di Anzio

La fanciulla di Anzio è stata rinvenuta nella Villa Imperiale, detta anche di Nerone, a seguito di una mareggiata nel 1878 e sistemata da allora a Villa Corsini-Sarsina.
Nel 1907 fu acquistata dallo stato per 450.000 lire dai principi Aldobrandini e da
allora fa parte della collezione del Museo Nazionale Romano nelle Terme di Diocleziano.
Dal 1998 è esposta nella sede museale di Palazzo Massimo alle Terme di Roma.
La statua, alta mt. 1.70, è composta da due blocchi di marmo greci e raffigura una fanciulla rivolta verso sinistra avanzare vestita di chitone con un ampio Himation.
La bella linea sinuosa che dalla nuca scende sulle spalle e giù lungo la gamba fino ad arrivare al piede leggermente sollevato, mostra, come ci fa osservare Lachenal, una particolare libertà nei movimenti ed un ritmo oscillante che pongono la "Fanciulla d'Anzio" in uno studio intermedio tra l'incedere ed il sostare. Il suo atteggiamento e gli oggetti votivi, una benda di lana, un ramoscello d'alloro ed una zampa di leone posti sul vassoio verso il quale tende lo sguardo, hanno indotto gli studiosi a ritenere che si trattasse di una sacerdotessa o comunque di un personaggio connesso al culto di qualche divinità.
Sin dall'epoca del ritrovamento si è registrata un' accesa discussione tra gli studiosi circa l'interpretazione del soggetto e la collocazione artistica. Diversi studiosi hanno ritenuto che si trattasse di una copia eseguita in età romana di un perduto originale ellenistico in bronzo, mentre altri (e questa oggi è la tesi prevalente) ritengono che si tratti di un pregevole originale ellenistico del III secolo a.C..
Un'ipotesi che sarebbe provata dalla tipica lavorazione in blocchi disgiunti e dall'altissimo livello qualitativo della resa. Per quanto riguarda l'identificazione una delle ipotesi è che si trattasse di una sacerdotessa del culto di Dionisio o di una sacerdotessa intenta a dare oracoli per il culto di Apollo. Non sono mancate proposte di identificazione con personaggi storici o mitologici ma l'opinione prevalente e quella più probabile, è l'identificazione con una giovane fanciulla vestita in modo semplice, con una veste arrotolata in vita, che si appresta a partecipare a un rito sacro.

 

Museo Civico Archeologico